Lunedì 5 dicembre sono stato a Parma nell’inconsueta veste di “relatore” sull’importanza del lavoro in team e sul ruolo del laureato in Scienze Motorie all’interno dello staff di un atleta o di un team di alto livello. Insieme a me c’erano Riccardo Marini (Gym Manager delle Olimpiadi di Pechino e Londra, fondatore dell’innovativa Startup The Total Training e local contractor di IronMan Italy Emilia Romagna) che ha spronato i tanti giovani presenti ad essere protagonisti della propria vita e ad avere le idee chiare su quello che vogliono diventare da grandi, e l’atleta paralimpico Andrea Vincenzi.
Nel mio intervento ho cercato di far passare un concetto semplice ma per me importante: “Il mondo dello sport si sta ingrandendo tantissimo, e c’è spazio per tutti. Occorrono però alcuni requisiti fondamentali: voglia di fare e di confrontarsi, creatività e passione. Io ho cominciato a praticare triathlon a 15 anni, nel 2012 ho vinto l’Ironman 70.3 di Salzburg, e nel 2015 la lunga distanza di Lanzarote. I sacrifici sono all’ordine del giorno ma il triathlon è uno sport che mi ha accompagnato in tutta la mia evoluzione, dalla maturità alla laurea, fino al matrimonio e al diventare padre.”
Ed è nella parola “sacrificio” che si riassume l’ultimo intervento di Andrea, che con grande forza di volontà e determinazione è riuscito a rinascere dopo un incidente motociclistico all’età di 17 anni. Nel 2007 l’inizio dell’attività agonistica nel ciclismo paralimpico e nel paratriathlon, la conquista del bronzo ai Campionati Europei di Israele e dell’argento in Turchia. Tra le sue conquiste, un viaggio in Perù in solitaria percorrendo 1140 km in sella alla sua bici in 11 giorni.
E’ stata davvero una bella giornata, grazie a tutti coloro che sono intervenuti!
Ale
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