Continua la collaborazione con Polar per la rubrica #Dega4Kona, che potete seguire sui miei canali Facebook, Twitter e Instagram digitando l’hashtag. Oggi vi racconto il mio Ironman Italy Emilia Romagna visto “da dentro”. Oltre ad essere stata una gran bella gara sotto tutti i punti di vista, #IMItaly è stato per me un buon test prima di partire per Prescott (Arizona), dove da qualche giorno sto svolgendo la seconda e ultima parte di allenamenti prima dell’ultimo scarico pre gara.
In moti mi hanno hanno chiesto il perché non abbia terminato la gara, ma a questo ho già riposto. Volevo però condividere con voi i miei 11 km di Cervia (un giro del percorso multilap della gara), dove ho testato le gambe dopo una bici comunque impegnativa su un percorso non proprio in linea con le mie caratteristiche. I percorsi prevalentemente pianeggianti come quello di IM Italy sono a mio parere altrettanto duri (se non di più) di quelli con più dislivello. Questo ovviamente dipende dalle caratteristiche del singolo, però è fuori discussione che non ci sono momenti di pausa (se non pochissimi) dove riposare o comunque variare lo sforzo muscolare. Quindi.. andatura il più regolare (e forte) possibile, senza pause! L’unica vera variante di queste gare in realtà è la scia, ovviamente parlo di quella regolare (10 m), che comunque, soprattutto a certe velocità, si sente. Per la frazione in bici il mio obiettivo era quello di fare la prima parte (circa 60 km) e l’ultima (circa 50 km) forte, e così sono riuscito a fare, mentre nella corsa volevo capire come stavano le gambe dopo 180 km gestiti in questo modo. Sicuramente non era la strategia giusta da tenere se avessi voluto portare a termine la gara, ma il mio obiettivo era quello di fare questo tipo di test. Nella corsa sono partito cercando di spingere abbastanza forte per mettere sotto pressione le gambe dal punto di vista muscolare, anche se il mio battito era quello del “passo Ironman”, molto simile a quello di Nizza per intenderci. In realtà, il ritmo era 10-15″/km più forte, ma penso che la spiegazione sia in due fattori: innanzitutto per il fatto di non essere arrivato sufficientemente riposato a questa gara, e poi, forse, per essermi affaticato più del solito nell’ultima parte della bici. Cliccando sull’immagine seguente sarete reindirizzati nella rispettiva pagina Polar Flow con tutti i relativi dati.
Ale
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